Dimensioni: Altezza 50cm
Materiale: Marmo di Candoglia
Nel suo dinamismo non c’è spazio per sfumature liriche,
per struggimenti del cuore, tanto la mente è rapita dalla totalità
dell’idea. Penso a questo mentre osservo l’Ofelia, facendo scivolare
lo sguardo “a tutto tondo”.
E’ sdraiata come un eterno femminino maestoso e possente,
ossessiva idea di donna scolpita nel marmo di Candoglia. E’ la
metamorfosi della materia in struttura biologica. Metamorfosi,
appunto. Ecco un altro mito possente: quello panico della rinaturalizzazione
dell’uomo. La figura umana si scioglie in natura.
Ofelia è colta nel momento in cui le sua membra si stanno trasformando
in acqua. Passaggio dallo stato solido a quello liquido.
Ed è questa metamorfosi che crea il movimento, dialettica
del pieno e del vuoto, della luce e dell’ombra. Merè. Mer, donna,
acqua, mare, nascita… il simbolismo si impone, con la sua violenza
evocativa. Ofelia, materia resa viva dallo scultore, si rianima
per la seconda volta sotto lo sguardo dell’interprete a caccia
di miti.
L’onda è sinuosa, rappresenta il dominio della linea
curva, il superamento di ogni spigolosità. La figura è addolcita,
femminilizzata, e su di essa l’osservatore può fluire liberamente,
con la carezza dello sguardo.
Ermanno Morosi
Il marmo di Candoglia è di colore bianco/rosa o grigio e viene estratto nelle cave di Candoglia. Visualizza direttamente altre sculture e opere d'arte in Marmo di Candoglia, dello scultore Ignazio Campagna di Viggiù (Varese). L'impiego più importante di questo marmo è nella costruzione del Duomo di Milano.