Dimensioni: Altezza 100cm
Materiale: olio su tela
Marsia col suo flauto sfida Apollo.
Tra Marsia ed Apollo ci fu una leggendaria sfida a suon di melodie musicali. Allo sconfitto una pena esemplare, essere scorticato vivo. Si tratta di un mito molto celebre che non ha mai stancato di ispirare pittori, musicisti, scultori e letterati che ci hanno lasciato molte chiavi interpretative differenti.
Ovidio menziona la sorte di Marsia nelle proprie Metamorfosi:
« Un altro si rammenta di quel satiro
cui il figlio di Latona affisse una pena
dopo averlo vinto col flauto Tritoniaco
"Perché mi scortichi?" chiese;
"Ahimè! mi pento!" gridava "un flauto non vale tanto!"
Ma mentre egli disperava gli fu strappata la pelle dalle membra
Nient'altro era che una ferita; ovunque promana il sangue,
si scoprono i muscoli liberi e, rilasciate, senza pelle,
pulsano le vene; potresti contare
le viscere zampillanti e le fibre sanguigne. »
Ciò che tuttavia colpisce in questi recenti lavori intorno a Marsia è la capacità dell’artista di muoversi agilmente tra diversi materiali, trasformando l’immagine in terracotta, in marmo, in bronzo, in alabastro. Siamo in presenza di un’operazione metamorfica sulla materia, prima ancora che sul tema, con un’operazione meta-artistica nella quale il fare riproduce e moltiplica il significato.